Da mesi ormai la situazione dei richiedenti asilo nel capoluogo isontino è drammatica. Così come a Pordenone la giunta comunale di centro-destra (con la complicità della Prefettura) lascia al gelo e senza nessun tipo di assistenza le centinaia di rifugiati che sono in attesa del riconoscimento del diritto di asilo. Una situazione allucinante che l’arrivo dell’inverno ha ovviamente reso ancora più drammatica: solo l’intervento solidale e dal basso di singoli e associazioni ha permesso a queste persone di avere qualche coperta e del cibo. Da pochi giorni un tendone di Medici senza frontiere è stato allestito su un terreno della curia ma si tratta di un tampone temporaneo ad una situazione che avrebbe bisogno di bel altre risposte. Per denunciare questa situazione (aggravata dal clima di razzismo e/o indifferenza di una parte considerevole della città) e per dimostrare la solidarietà a tutti e tutte coloro che sono costretti -per i motivi più diversi- a spostarsi dal loro paese sabato 16 dicembre è stato organizzato un corteo dal titolo “Restiamo umani. Humanity welcome”. L’iniziativa è stata preparata con una serie di assemblee a cui hanno preso parte sia le componenti del movimento antirazzista, che dell’associazionismo solidale e della sinistra ufficiale. Una fredda ma bella giornata di sole ha accolto i manifestanti provenienti non solo dalla regione ma anche da Slovenia e Croazia. Una prima parte di partecipanti si è ritrovata oltre il confine con la slovenia, per poi raggiungere in corteo il concentramento principale a Gorizia. Questo come risposta al divieto della questura di far iniziare la manifestazione di fronte al valico della Casa Rossa in quanto “punto sensibile”. A questo punto il corteo è partito verso il centro città, ingrossandosi pian piano fino a contare quasi 400 persone. Numerosi interventi al microfono, slogan e una rumorosa cacerolata scandivano le varie tappe del percorso, fra cui una sosta nei pressi della sede di CasaPound, protetta da un ingentissimo spiegamento di polizia in antisommossa. L’iniziativa si è conclusa nella centrale piazza della Vittoria, dove, oltre alla sede della Prefettura, si trova la galleria “Bombi”, diventata in questi ultimi mesi il simbolo della sofferenza dei migranti che, per settimane, vi hanno dormito all’interno, prima che la giunta sigillasse gli ingressi. Nei vari interventi (fra cui alcuni richiedenti asilo, purtroppo presenti in numero non significativo) si sono ribaditi i contenuti solidali e antirazzisti della giornata. Buona e visibile la presenza degli anarchici e delle anarchiche provenienti da tutta regione con diversi striscioni, bandiere e volantini nonchè dei carrelli con cibi e bevande calde. Sicuramente una giornata positiva per la città ma su cui non bisogna fare trionfalismi: la gran parte della cittadinanza non ha sostenuto l’iniziativa e il lavoro da fare per scalfire la mentalità razzista di una città tradizionalmente borghese e conservatrice è ancora lungo e difficile. L’importante è l’iniziativa di oggi sia solo una tappa di percorso lungo e fruttuoso.
un compagno presente